giovedì 17 gennaio 2013

BJJ - Articolo di Federico Tisi

Con molto piacere pubblico questo articolo del Prof. Federico Tisi
troverete molto materiale interessante visitando il suo sito.
17/01/2013
I GRADI E LE CINTURE NEL JIU JITSU BRASILIANO
Qualche anno fa scrissi questo articolo pubblicato sul mio vecchio sito personale, per informare meglio i molti curiosi sulle peculiarità del sistema di assegnazione delle cinture nel jiu jitsu brasiliano.  Oggi ne pubblico una versione riveduta e corretta,  dedicata a tutti i nuovi appassionati di jiu jitsu che non hanno ancora avuto modo di leggerlo.
La quasi totalità delle arti marziali ha un qualche tipo di criterio per distinguere i propri praticanti. Nella stragrande maggioranza dei casi, questa suddivisione avviene attraverso l’assegnazione di cinture di diversi colori da parte dell’insegnante ai propri studenti, passando generalmente dalla cintura bianca del principiante alla spesso agognata cintura nera dell’esperto.
Il jiu jitsu brasiliano non fa eccezione alla regola, sebbene segua modalità spesso diverse nei criteri di assegnazione delle cinture in questione. Procediamo dunque per gradi, specificando che nel jiu jitsu brasiliano il praticante di età maggiore di sedici anni “attraversa” le seguenti cinture: bianca, azzurra, viola, marrone.  Ognuna di queste cinture è suddivisa in quattro livelli intermedi rappresentati con strisce  poste su di un lembo nero che si trova ad una estremità della cintura..
Visto che la cintura blu non viene assegnata a minori di sedici anni, i bambini passano dalla bianca alla azzurra attraverso una serie di cinture intermedie quali la grigia, la gialla, l’arancione, la verde, e tutti i rispettivi gradi intermedi.
La cintura nera si ottiene dopo la marrone ed i gradi della stessa vengono determinati sulle basi di un numero variabile di  anni trascorsi attivamente come praticante o insegnante cintura nera. Questi gradi sono rappresentati con strisce bianche poste su di una banda rossa localizzata all’estremità di un lembo della cintura.
Il jiu jitsu brasiliano è un’arte marziale orientata al combattimento.
Ciò che distingue dunque un praticante da un altro sono essenzialmente le sue conoscenze tecniche e la sua capacità di applicarle in combattimento. In poche parole, non basta conoscere ad esempio le tecniche fondamentali per passare dalla cintura bianca a quella azzurra, se non si è minimamente capaci di applicarle in combattimento.
Di converso, nella maggior parte delle scuole non basta essere forti in combattimento per passare da una cintura ad un’altra, se a questa efficacia non è supportata da una maturità  tecnica e strategica propria della cintura che si vuole ottenere.
Si capisce così perché prendere le cinture nel jiu jitsu brasiliano richieda molto più tempo e sforzi che in altri stili.
Occorre tuttavia fare delle precisazioni e delle distinzioni importanti , necessarie per capire le peculiarità dell’assegnazione delle cinture nella nostra disciplina.
In primo luogo nel jiu jitsu non esistono se non in pochi casi isolati dei programmi tecnici chiari e consolidati per tutti, come ad esempio avviene nel judo o nel karate,. Ogni scuola ha dunque criteri d’insegnamento e bagagli tecnici differenti, il ché rende chiaramente difficile definire in senso assoluto le nozioni tecniche e le capacità combattive che un praticante di un determinato livello deve possedere. Questo compito spetta dunque all’istruttore, che valuta il livello raggiunto dall’allievo sulla base di molti parametri, di tipo tecnico , fisico, personale e prestazionale. Ogni istruttore ha parametri di valutazione diversi, e questa peculiarità definisce spesso  lo “stile” di ogni scuola di jiu jitsu.
In generale, per passare da una cintura bianca ad una cintura azzurra un praticante assiduo e dotato di una predisposizione nella norma può impiegare circa un paio di anni di pratica costante sotto la guida di un insegnante qualificato. Tuttavia non è raro trovare studenti che impiegano anche 3 anni o più per mettere la cintura bianca nel cassetto. Per la cintura nera i “tempi medi di cottura” sono di dieci anni circa, ma vi sono casi di fenomeni come il mio amico ed insegnante  Vitor “Shaolin” Ribeiro che ha impiegato tre anni per prendere la nera, vincendo nel frattempo tutto quello che c’era da vincere.
In che modo vengono assegnate le cinture? Generalmente le cinture vengono assegnate nel momento in cui l’insegnante prende atto della maturazione dell’allievo, senza esami di passaggio di grado. Nella stragrande maggioranza delle scuole di jiu jitsu non vi sono esami di passaggio di cintura, anche se negli ultimi tempi alcune scuole piuttosto grandi hanno iniziato a farne per poter valutare con certezza il raggiungimento di un livello qualitativo minimo nei candidati alla cintura superiore.
Una precisazione a parte meritano gli agonisti. Un praticante di jiu jitsu che desideri gareggiare tende a tenere la cintura secondo logiche in parte diverse rispetto all’amatore. Nel promuovere un agonista ad una cintura superiore un insegnante deve non solo tenere conto delle sue abilità tecnico-applicative, ma anche del fatto che il praticante sia agonisticamente maturo ed in grado di competere alla pari con gli agonisti della cintura superiore . Per questo in molti casi un agonista tenderà a tenere la cintura per più tempo, sia per ottimizzare i propri risultati agonistici, sia per arrivare alla categoria di cintura superiore con un livello sufficientemente alto da poter essere da subito competitivo. Rimane il fatto che un fuoriclasse può addirittura impiegare un anno solamente per passare da una cintura ad un'altra. In questi casi non vi è motivo di tenere in una categoria di cintura un atleta che in questa ha vinto tutto quello che c’era da vincere.
Si può dunque facilmente capire il motivo per cui nel jiu jitsu brasiliano non hanno possibilità di esistere corsi di formazione istruttori di qualche weekend che garantiscano l’assegnazione di una cintura a chi vi partecipi come se si trattasse di un attestato di partecipazione, o cinture o gradi regalati per aver partecipato o organizzato uno o più stage al maestro di turno. In questi casi si va a colpire il sistema stesso creato nel jiu jitsu brasiliano per valorizzare i propri praticanti più anziani e si prende la strada di molte altre discipline dove la cintura nera ha perso oramai gran parte del proprio valore, bistrattata da logiche politiche o peggio ancora commerciali.
Si può infine facilmente capire come sia di vitale importanza avere un insegnante qualificato, in grado di darci un’impostazione solida e di qualità. Un insegnante qualificato deve essere a mio avviso  una persona matura, di una certa età, che habbia seguito uno o più maestri qualificati a lungo, una persona onesta e integra che per amore del jiu jitsu abbia  spesso compiuto sacrifici, facendo di tutto per imparare, migliorando la propria tecnica e la propria persona. E’ quindi importante, prima di iscriversi ad un corso, informarsi sulle referenze del proprio istruttore; con chi ha studiato e continua a studiare, da quanto tempo pratica, chi gli ha dato la cintura che indossa, e via dicendo. Sconsiglio vivamente di iscriversi ad un corso di jiu jitsu brasiliano tenuto da chi si spaccia per istruttore qualificato, a volte addirittura cintura nera, e che magari ha imparato spendendo tanti soldi in videocassette didattiche senza mai affidarsi ad una scuola o ad un insegnate vero e proprio, o che  ha un grado elevato ottenuto dal nulla  in modo poco chiaro , o che possiede una cintura nera in un'altra arte marziale e la utilizza per spacciarsi per insegnante di jiu jitsu brasiliano.
Questi “istruttori”. oltre ad essere profondamente disonesti con se stessi e con le persone con cui interagiscono, rovinano la reputazione di un’arte bellissima, fanno perdere tempo e denaro ai propri “allievi”, e soprattutto ne mettono a rischio l’incolumità fisica.
Ho la fortuna di appartenere ad una generazione di lottatori che oggi molti definiscono “vecchia scuola”. Ho avuto la fortuna di vivere un ‘epoca in cui un lottatore che indossava una cintura nera intorno alla vita rappresentava orgogliosamente non solo se stesso ma anche  l’arte che praticava  ed era con certezza un lottatore da rispettare durissimo e tecnico, in grado di dar filo da torcere a chiunque in palestra, in campionato, in una gabbia o in un bar.
Mi rendo conto che la crescente diffusione del jiu jitsu a livello mondiale finirà per rendere meno difficile l’ottenimento di gradi e di cinture abassando gli standard richiesti, ma voglio comunque sperare che questo processo sia lento e in qualche misura controllato, in modo tale da mantenere quanto più possibile intatto il valore intrinseco della cintura che ognuno di noi indossa.